lunedì 30 aprile 2007

E' nata l'alternativa che si aspettava.


Ho saputo della nascita del Partito Meridionalista Italiano. Penso che sia giusto e opportuno stimolare un approfondimento su questo Partito. È solo tramite la discussione che vengono fuori i diversi pensieri e le varie sfaccettature dell'argomento. Qualcuno disse: Io non condivido la tua idea, ma sarei pronto a dare la mia vita affinché tu possa esprimerla liberamente. Io penso che dobbiamo dare la possibilità di esprimersi a questi meridionali o meridionalisti, come vogliono chiamarsi. Poi, se la nascita del Partito Meridionalista è andata come è stato scritto qualche giorno fa, ebbene perché non accettarla? Forse è romantica, ma se è vera va scritta vera così, già ora invece di domani. Ho visto il loro simbolo, c’è un gruppo di persone che lo contraddistingue ed è la prima volta in più di cinquant’anni di politica italiana. Ho controllato dove è stato fondato questo Partito Meridionalista Italiano: è davvero Teano in provincia di Caserta. Semplici realtà. Ora, se semplicemente questo gruppo è all’inizio di un cammino e sono pochi, ebbene, anche Garibaldi iniziò un cammino ed erano solo circa Mille, ma hanno scritto una storia che ancora oggi è. Che poi gli effetti dell’azione di Garibaldi hanno creato il problema meridionale e tutto il resto, grave o meno grave, questi sono punti di vista o realtà, di cui non voglio parlare ora.
Ho consultato, poi, il sito del Partito Meridionalista Italiano (www.partitomeridionalistaitaliano.it), che immaginavo chissà come, invece l’ho trovato davvero inaspettatamente semplice ed interessante. Henry Ford diceva: a trovar difetti sono bravi tutti, a dare soluzioni e creare cose un po’ di meno. Ora, se il Partito Meridionalista c’è, lasciamo che sia e che ci sia. Se è nato in quel modo quasi romantico, perché cambiare quella verità? Se invece di essere stato creato da una lobby di potere o da un grosso imprenditore o da un politico che non trova più spazio altrove, il Partito Meridionalista Italiano è stato davvero creato da un gruppo di gente più o meno normale: ma non è mica peccato, almeno per me. Anzi, sembra sia stato fatto un gran lavoro attorno alla nascita del Partito Meridionalista Italiano, non si scorgono elementi di improvvisazione. Magari non sono già sulla cresta dell’onda, ma sicuramente ci sono, con molto coraggio e autodeterminazione. Se questi tre “moschettieri” senza investimenti in denaro hanno entusiasmato altre persone con le loro idee, ciò vuol dire soprattutto che hanno pensato. Se hanno pensato, dunque, esistono. Se esistono, essi andrebbero annoverati anche già su Wikipedia. È un dato di fatto, semplicemente. Partito simpatico o antipatico? Giudicherà il popolo e la storia. È bene, però, che ci sia anche il Partito Meridionalista Italiano, anzi è una fortuna per tutti da sud a nord, da est a ovest. Conoscendosi e confrontandosi si cresce. Dovremmo accettare gli altri per come davvero sono e perciò che possono dare, comunicare, far sapere. Perché c’è chi ha sete di sapere e perché solo sapendo e conoscendo le idee altrui ci si può avvicinare o allontanare. L’appetito vien mangiando, ma la sete passa solo bevendo. È bene per tutti, allora, che anche il Partito Meridionalista Italiano viva e si diffonda, poiché ognuno ha il suo colore, ogni fiore ha il suo profumo, ogni nota ha la sua melodia, ogni verità ha il suo sapore che va accettato e va bene così com’è. Personalmente faccio sereni auguri di benvenuto e di successo al Partito Meridionalista Italiano. Ss

1 commento:

new tiger ha detto...

Don Sturzo meridinalista. Si può partire da qui per elaborare una forte proposta politica del vostro Partito Meridionalista.
Nel Marzo del 1901, "Il Sole del Mezzogiorno" di Palermo pubblica un articolo di Sturzo in riferimento al quale egli stesso, al suo ritorno in Italia dopo l'esilio, scriverà: "Cinquant'anni fa, poco più poco meno, seguendo le tracce di F. S. Nitti pubblicai nel quotidiano di Palermo, 'Il Sole', un articolo dal titolo Nord e Sud, che mi piazzò di botto fra i meridionalisti". Per Sturzo è suggestiva l'idea di servirsi del pensiero di un liberale e patriota ineccepibile come Nitti, per dare forza all'opposizione cattolica allo Stato liberale; tuttavia il sacerdote non crede che la diversità tra Nord e Sud si possa ridurre, per legge del Parlamento o per decreto del ministro, ad una "uniformità aritmetica" che divenga la base della "distribuzione rateale della finanza dello Stato." Secondo lui il problema vero è che, per la diversità non solo di condizioni economiche, ma di vita culturale, di educazione, di produzione, le regioni non potevano essere fatte rientrare nella stessa forma legislativa.
..Sono con voi. Ciao...
W L'ITALIA MERIDIONALE.